MONASTERO DI SAN SIMONE LO STILITA IL GIOVANE
S. Simeone (o Simone) Stilita, il giovane (521-592). "Stilita" è il nome dato agli asceti cristiani del IV-VI secolo che avevano scelto di "vivere" su una colonna (stulos). Nell'immagine si vede i resti di quella di Simeone. Questa pratica esisteva già nel paganesimo dove uomini, in certi periodi dell'anno, salivano per un po' di tempo su una colonna per essere più vicini alla divinità. Qui a sinistra si può vedere un affresco di S. Simone stilita nella cattedrale di S. Sofia a Trebisonda (Turchia). L'iniziatore di questa "sequela" nel mondo cristiano è San Simeone il Vecchio (390-459). Ancora oggi, nel Nord della Siria, non lontano da Aleppo possiamo infatti ammirare le vestigia dell'omonimo monastero. San Simeone il giovane ne fu un degno seguace. La sua biografia, riportata nel Bios, ci dice che nacque ad Antiochia, da Giovanni e Marta, probabilmente intorno al 521. A due anni venne battezzato nel Santuario di San Giovanni Battista col nome di Simeone. Perdette il padre nel terremoto del 526 e, ancora bambino, fu illuminato sulla via da seguire per giungere alla vera "sapienza". Simeone si ritirò quindi sulle montagne selvatiche e infestate da belve vicino alle foci dell'Oronte, in un monastero dove vivevano monaci sotto la guida dell'archimandrita Giovanni. Il bambino aveva solo 6-7 anni e già stupiva la comunità per le sue austere penitenze ed il precoce potere taumaturgico. Proprio in quegli anni salì su una "base" accanto a Giovanni iniziando la vita di "stilita", che continuò dal 551, festa di Pentecoste, sulla nuova colonna eretta nel centro del monastero costruito, a circa 500 m di altitudine, sotto la sua direzione e che emerge ancora oggi tra le rovine. Questo fu meta di pellegrinaggi e l'altura stessa fu chiamata "monte dei miracoli" per i numerosi prodigi che per intercessione di Simeone vi accadevano.
Il monastero, che si trova a 18 km da Antiochia, è a forma di croce racchiude tre chiese a 3 navate, con diverse caratteristiche. Nella prima chiesa, di stile classico si possono ancora vedere sul pavimento resti di mosaici. Da un'invocazione alla Theotokos travata in una delle tombe di fronte all'entrata, si può ritenere che fosse dedicata alla Madonna. La chiesa centrale, dedicata alla Santa Trinità, è la più bella con capitelli, architravi e colonne, scolpite in maniera sontuosa e originale. La terza invece, molto sobria, chiamata la chiesa di S. Marta era il martirium (luogo che custodiva il corpo di un santo). Alla morte di Simeone ne raccolse il sarcofago insieme a quello di sua madre Marta. Il monastero e la colonna furono tagliati nella montagna con al centro uno spazio ottagonale per dare la possibilità ai pellegrini di ascoltare le ammonizioni del santo dall'alto della colonna stessa. A fianco della prima chiesa si trova pure un piccolo battistero, mentre di fronte ci sono le probabili abitazioni dei monaci e sue dipendenze.
E' un complesso molto originale e caratteristico per le sue mura, cisterne e sotterranei, che cessò di vivere nel 1268, con la partenza dei crociati. In Turchia è l'unico esempio di simili monasteri, e per la sua buona conservazione vale la pena visitarlo. Ora è possibile arrivare in macchina o con piccoli pullman fino all'entrata. Da secoli è caduta la notte su questo "monte delle meraviglie": oggi restano solo le pietre, testimoni di una straordinaria avventura di seguaci del Signore. Delle preziose reliquie di S. Simeone e S. Marta non resta più nulla scomparse anch'esse nel buio del passato.
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